Il pifferaio magico

Il pifferaio magico

Levata come Hamelin? Beh, questa volta del gemellaggio faremmo volentieri a meno.

Ricordate infatti la famosa e drammatica storia del pifferaio magico, che per punire la città di Hamelin del mancato pagamento dell’intervento di derattizzazione, sfruttò le ipnotiche melodie del suo strumento per incantare e punire la città, portandole via 130 bambini?

Beh, tralasciando il fatto che forse non si tratta di una mera favola, ma che qualche fondamento reale sia presente anche in questa triste narrazione, ci pare che qualche sgradita analogia con la vicenda della scuola di Levata sia presente.

Chi era presente all’incontro promosso dalla P. A. il 7 Maggio scorso, o comunque è venuto a conoscenza della soluzione proposta al problema della primaria, può aver avuto l’impressione di aver ascoltato l’ennesima canzone dall’intento ipnotico o perlomeno di aver assistito ad una disperata mossa di tentativo distrattorio.

In altro articolo, infatti, vi mostriamo come una analisi attenta e tecnica delle argomentazioni portate dalla Giunta evidenzi gravi lacune anche nel progetto di riqualificazione della scuola, per vari motivi:

  1. Non chiara definizione delle metrature realizzabili in seguito all’intervento

  2. Mancata definizione della soluzione temporanea per accogliere i bambini durante i lavori

  3. Persistono ancora molte ombre su quanto si verrà a pagare per questo intervento. Infatti, oltre ai costi di ristrutturazione, si dovranno appunto sommare i costi di affitto ed assicurazione della struttura provvisoria. A quanto ammonteranno???

  4. Considerando come vanno le cose nel nostro paese, dove a malapena si sa quando comincia un’opera, mentre il suo esito resta dubbio ed il suo eventuale termine resta ignoto (esempi? mah, senza andare lontano, forse anche il cantiere Edera???), non rischiamo di trovarci in un guaio ancora più grosso, che verrebbe ovviamente dato in eredità alla prossima amministrazione, ove potremmo assistere all’ennesimo balletto di rimpalli di responsabilità e rinfacci?

Il nostro timore infatti, è che ci possa essere stata raccontata l’ennesima favola, in attesa di nuove e comode elezioni, o che, nell’ipotesi che i lavori partano, ci si ritrovi tra qualche anno, con costi raddoppiati ed i nostri figli accampati come nelle zone colpite dal sisma.

Allora chiediamo: ma cosa hanno fatto di male i cittadini di Levata? Cosa si può configurare, nelle nostre mancanze, come “mancato pagamento per l’intervento di derattizzazione”? Forse non abbiamo pagato le nostre tasse? Forse non abbastanza? Eppure, ci sono state pure aumentate! E perchè noi ed i nostri figli dobbiamo continuare a rimetterci, da almeno 12 anni, per la sordità e l’improvvisazione delle amministrazioni che si sono succedute? I piccoli sono accolti al momento in una struttura decadente, poco dignitosa ed anche pericolosa. A volte, si è costretti a rivolgersi ad altri comuni, con evidenti disagi per le famiglie. Beh, i nostri figli forse non si fanno incantare dalla canzone del Pifferaio, ma di sicuro qualcosa stanno pagando.

E perchè il Comune non prende in considerazione altre soluzioni? In assemblea, si è portato l’esempio di un’altra appetibile area di proprietà comunale, quella per intendersi, dove si brucia la “vecia”, ove si potrebbe erigere in tempi brevi e con costi certi (che non supererebbero quelli di una ristrutturazione + affitto container) una scuola prefabbricata, già a norma e moderna.

Perchè non si vogliono neanche considerare soluzioni di questo tipo? Forse perchè sono fattibili? E perchè buttarsi nuovamente nel baratro dell’incertezza?

Noi non siamo ad Hamelin. Noi cittadini di Levata facciamo il nostro dovere. Paghiamo le tasse, di conseguenza esigiamo i servizi. Il diritto all’istruzione, ed alla sua dignità, è tutelato anche nella nostra Costituzione. Siamo stufi di sentirci suonare delle favole, siamo cresciuti, e vogliamo rispetto.

Che si tratti del Comune, o della Provincia, o di chicchessia, crediamo sia finito il tempo delle chimere, e sia arrivato il tempo della trasparenza e dell’obiettività.

Perciò, cari signori, che cessino le danze….ed inizino i lavori!!!!!!

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