Gazzetta di Mantova 20 maggio 2017

«È il Comune ad avere rotto l’accordo»

Curtatone. L’assicurazione smentisce Bottani su Edera: pronti a pagare, non a ritirare il ricorso

CURTATONE. «Non ci siamo rimangiati la parola: ci siamo presentati a quell’incontro con i 2,4 milioni, pronti a pagare, ma è stato il Comune di Curtatone a fare saltare l’accordo». Non ci sta la società assicurativa Sace a passare per quella che si è tirata indietro sulla trattativa sulla complicata vicenda della lottizzazione Edera, mai completata, e della relativa polizza di fideiussione che dovrebbe coprire i costi delle mancate urbanizzazioni.

Nell’ultimo incontro l’amministrazione Bottani puntava a incassare 2,4 milioni che sarebbero serviti per le opere di viabilità. Presi i soldi, avrebbe ritirato il decreto ingiuntivo con il quale aveva provato a sbloccare una vertenza che si trascinava da anni con la Sace. Ma, come riferito, l’incontro è saltato. Con reciproche accuse.

Per il Comune, sarebbe stata la società di assicurazioni prima a proporre un accordo transattivo per chiudere la vicenda e poi, sul più bello, a rimangiarsi la parola, rifiutando di pagare. Per la Sace le cose non stanno così: «Sace non ha mai formulato una proposta transattiva bensì ha offerto al Comune di Curtatone il pagamento immediato di 2,4 milioni mediante assegni circolari, a fronte della rinuncia al decreto ingiuntivo – spiega la società – il Comune ha tuttavia subordinato l’accettazione dell’offerta alla stipula di un accordo transattivo ben diverso dalla proposta di Sace, la quale è stata ribadita anche nell’udienza del 16 maggio e che, se accolta così come da noi formulata, avrebbe consentito al Comune di disporre immediatamente della somma offerta». Dunque, «il sindaco di Curtatone… si assume ogni responsabilità per il mancato raggiungimento dell’accordo».

Ma che cosa avrebbe chiesto il Comune a Sace, oltre ai soldi? «Il Comune – spiega la Sace – ha subordinato l’accettazione dell’offerta alla firma di un accordo transattivo che avrebbe precluso a Sace di far valere le proprie ragioni in sede giudiziaria». Insomma, un nulla a pretendere in relazione all’intera vicenda, e dunque al ricorso contro il decreto ingiuntivo, mentre «Sace ritiene che l’indennizzo richiesto dal Comune a fronte della polizza emessa nel 2008 non sia dovuto per inadempimenti contrattuali aventi conseguenze sull’intera fideiussione». Dunque, Sace avrebbe pagato ma solo «in attesa di risolvere la complessiva questione mediante l’instaurazione di un giudizio ordinario», mentre il Comune puntava all’incasso e alla contestuale chiusura della vicenda legale.

Francesco Abiuso

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