Voce di Mantova 26 novembre 2014

Rapina_di_Levata_Voce_26-11-2014

Le vittime non si costituiscono parte civile. Ci pensa il Comitato di Levata. In aula il prossimo gennaio Rapina di Levata, processo senza sconti La difesa dei due rumeni accusati dell’assalto a casa Signorelli rinuncia al rito abbreviato LEVATA (Curtatone) – Affronteranno il processo il prossimo gennaio davanti ai giudici del tribunale di Mantova in seduta collegiale i due rumeni rinviati a giudizio per la rapina dello scorso febbraio a casa della famiglia Signorelli a Levata. Le vittime non si sono costituite parte civile al processo, ma lo hanno fatto i componenti del Comitato di Quartiere di Levata. Nella giornata di ieri doveva svolgersi il processo a carico di Neculai Paduraru e Ionut Marin, i due rumeni accusati, con altri tre complici non reperiti, di aver messo a segno la violenta rapina di Levata a casa dei coniugi Signorelli nello scorso Febbraio. In programma davanti al gup Gilberto Casari c’era infatti il giudizio immediato per i due rumeni, ma il giudice ha infine respinto la richiesta di giudizio con rito abbreviato condizionato dall’audizione di un testimone avanzata dall’avvocato Giorgio Martinelli, che difende Paduraru e Marin insieme ai colleghi veronesi Maurizio Milan e Teresa Vassallo. A questa richiesta si è opposto il Pm Silvia Bertuzzi e il giudice le ha dato ragione. A quel punto i difensori dei due rumeni hanno deciso di rinunciare al processo con rito abbreviato secco, che in caso di condanna avrebbe comunque assicurato ai due rumeni lo sconto di un terzo della pena finale, e hanno scelto la strada del dibattimento, dove rischiano una condanna molto più pesante. Segno, evidentemente, che la difesa è convinta di poter dimostrare l’estraneità dei due imputati ai fatti contestati. Del resto Paduraru e Ionut si sono sempre difesi dicendo che la sera del 7 febbraio scorso erano sì a Levata ma per rubare del rame e non per fare una rapina in abitazione. Un commando di almeno 4 persone aveva fatto irruzione nel cuore della notte nella casa di Franco Signorelli, in via Canneti. L’uomo era stato pestato a sangue ed era finito in rianimazione a Brescia. Malmenate anche la moglie, Vanna Golfré Andreasi, 68 anni, e sua madre Elsa, 89 anni. La famiglia non si è costituita parte civile al processo. Lo ha fatto invece il Comitato di Quartiere Levata. Prima udienza il prossimo 12 gennaio. Carlo Doda Il Comitato di Quartiere di Levata: quello che compiamo è un gesto di solidarietà LEVATA – Il comitato di quartiere si è costituito ieri parte civile con l’avvocato Maddalena Grassi (nella foto), al processo per la rapina dello scorso febbraio a casa Signorelli. «Il risultato -spiega una nota non era affatto scontato, ma l’avvocato ha mostrato tutta la sua bravura e professionalità nell’argomentare come siano stati lesi legittimi beni materiali ed immateriali legati all’attività del controllo del vicinato e nel richiamare i necessari e decisivi riferimenti alla giurisprudenza in casi assimilabili. La difesa degli imputati si è opposta con la motivazione che, non essendosi costituite parte civile le persone offese, non vi era motivo valido che altri lo facessero, ma è proprio a sostegno ed in surroga delle persone offese che il Comitato si costituisce, come atto di solidarietà e di sostegno, a chi risente ancora oggi, e forse per sempre, delle conseguenze di quella bestiale aggressione». Prossimamente sarà aperta una raccolta fondi per affrontare con una maggiore tranquillità l’iniziativa. ( v. g. )

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